Beschreibung Marc. gr. 491
Nachweis: | Italien , Venedig, Biblioteca Nazionale Marciana, Marc. gr. 491 (coll. 315) |
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Datierung: |
Sec. XIII med. (3/4) |
Beschreibstoff: | Carta orientale color crema. Pontuseaux non visibili; vergelle abbastanza sottili e irregolari (se ne contano 14 in 20 mm) che scorrono orizzontalmente, spesso in modo non perfettamente parallelo ai margini. |
Format: | 250 × 170 mm |
Folienzahl: | 〈III〉, 257 (+ 15bis), 〈II’〉 |
Inhalt
- (f. 1) Carmi: Gregorius Nazianzenus (?), Versus
quattuor iambici (tit. στίχοι οὓς λέγεται ἀκηκοέναι παρὰ χριστοῦ, τοῦ
θεολόγου γρηγορίου), inc. ὀρθὰς φύλασσε τοῦ νοὸς σὺ τὰς φρένας, des.
νέος γενοῦ γέρων (cfr. Salamanca,
Biblioteca Universitaria, Ms. 75 (olim 1-1-19), f. 44v).
〈Ignatius Diaconus, Iambi secundum alphabetum〉 (cod. τοῦ αὐτοῦ), inc.
ἄνω πτέρωσον πρὸς θεόν, des. μέγας ἔση. Ed. I.Fr. Boissonade, Anecdota
Graeca, IV, Paris 1832, p. 436–437; PG 117, coll. 1176–1177.
- (f. 1) 〈Atanasius Sinaita, Quaestio 48〉, inc. ἡ
εἰκὼν ἐκείνη τύπος, des. διαθαρήσεται. Εd. PG 89, 604 B7-C12.
- (ff. 2-20) Theodorus
Prodromus, Grammatica (tit. ἀρχὴ σὺν θεῶ τῶν ἐρωτημάτων συντεθέντων παρὰ
τοῦ σοφωτάτου προδρόμου κυροῦ θεοδώρου); inc. mut. ... ] καθάπερ τὸ
ἀνθρωπίνον σῶμα, des. τὸ ξ καὶ τὸ ψ εἶχον ἐν τῶ μέλλοντι [... Ed. K.
Göttling, Theodosii Alexandrini Grammatica, Lipsiae 1822, p.
80,3-184,15.
- (ff. 20-50) Georgius
Cheroboscus, Scholia in canones Theodosii Alexandrini (tit. σχόλια ἤτοι
ἐξήγησις τῶν εἰς τὸ ῥῆμα τοῦ θεοδοσίου κανόνων, ἀπὸ φονῆς γεωργίου τοῦ
γραμματικοῦ τοῦ τὸ ἐπίκλην χοιροβοσκοῦ); des. mut. ἐδήδοκα [... Ed. A.
Hilgard, Grammatici Graeci, IV.2, Lipsiae 1894, p. 1–194,9.
- (ff. 50V-51V) Pollux, estrattο
dall’Onomasticon (tit. ἐκ τῶν ὀνομαστικῶν τοῦ πολυδεύκης περὶ φωνῆς τῶν
ζώων); inc. ἐπὶ κυνῶν ὑλικὴ καὶ ὑλακή, des. δοῦναι. Ed. E. Bethe,
Pollucis Onomasticon, I, Lipsiae 1900, p. 284,25–288,2. Seguono (f.
51RV) brevi definizioni di varie voci con
spiegazioni grammaticali: inc. στοιχεῖον λέγεται, des. σκύθιος καὶ
σκιθία (sic) χώρη καὶ γάλλια.
- (ff. 53-207V) Simplicius, In
Cael. (tit. aggiunto dalla mano di Bessarione nel margine
superiore del f. 53: σιμπλικίου φιλοσόφου εἰς
τὰ περὶ οὐρανοῦ; il testo si apre col titolo rubricato: ἀριστοτέλους α´·
περὶ οὐρανοῦ ἄλφα). Il testo è turbato e lacunoso e rispecchia un
antigrafo danneggiato (cfr. Heiberg, CAG VII, 1894, p. VII). Libr. I
(ff. 53–184V): ff. 53–139V,19 = p. 6,28–207,7; ff.
139V,19 καὶ αὐτός –
154,19 λαμβάνειν = p. 270,32–305,29; ff.
154,20 καὶ τοῦ χρόνου – 156,34 ἡ γῆ = p. 211,23–216,26; ff. 156V,1 ἀλλὰ μὲν – 158,23 ὑπόστασις = p. 267,7–270,32; ff. 158,23 ἀνάγκη – 167,19 θᾶττον = p. 244–266,12; ff. 167,19 τῶν ἁπλουστέρων – 179,20
λοιπὸν = p. 305,29–343,13; ff. 170,20 ἔδειξε
– 184V,4 πεπερασμένη = p.
345,13–361,2; Libr. II (ff. 184–201): ff. 184,9 θέσις
ἐστὶ – 185,21 κινήσεως = p. 367,30–369,32;
ff. 185,22 τῆς προκειμένης – 186,14 καθ´ ὅσον = p. 365–367,30; ff. 186,14 πυθαγορείων – 186V,36 = p. 386,8–388,4; ff. 187 τοῖς μὲν ἀτιμοτέροις – 201,6 ἀπ´ αὐτὴν = p. 458,23–502,16 (con lacune); Libr. III
(ff. 201–243V,9): πάλιν – ἐνέργειαι = p. 550,20–673 (con
proemio del libro IV incluso alla fine del libro III); Libr. IV (ff.
243–257V): τὸν ὅλον σκοπὸν – τὰ δὲ βαρέα = p.
674–709,5.
-
Leer
ff. 1V, 52RV, 257V.
Physische Beschaffenheit
Beschreibstoff
Carta orientale color crema. Pontuseaux non visibili; vergelle abbastanza sottili e irregolari (se ne contano 14 in 20 mm) che scorrono orizzontalmente, spesso in modo non perfettamente parallelo ai margini.
Format
250 × 170 mm
Folienzahl
〈III〉, 257 (+ 15bis), 〈II’〉
Foliierung
Foliotazione moderna (XVIII sec.?), in inchiostro brunito, nel mg. superiore esterno di ogni recto.
Lagen
1 × 8 + 1 (9, il f. 1 è aggiunto), 4 × 8 (40), 1 × 8 – 1 (47, senza danno per il testo), 1 × 5 (52, fascicolo ricomposto in occasione del restauro: si notano due corde, una fra i ff. 48/49 e un’altra tra i ff. 50/51), 12 × 8 (148), 1 × 6 (154), 1 × 8 –1 (161, senza danno per il testo), 12 × 8 (257).
Lagensignierung
Le segnature dei fascicoli sono conservate sistematicamente solo nella sezione del codice che trasmette Simplicio: esse erano originariamente collocate nel margine superiore esterno di ogni primo recto, oggi non ne sopravvivono che alcuni frammenti (β´, f. 61; θ´, f. 117; κα´, f. 210). Nel f. 257 si legge, di mano del XV secolo (dall’aspetto barocco, non troppo dissimile da quella di Giorgio Doceiano), una nota dall’ortografia traballante che informa sulla consistenza del codice: τὰ πάντα τέτραδα τοῦ βηβλίου [sic, forse con tentativo di correzione in βιβλίου] | εἰσὶ λα´; non è chiaro quale parte del codice mancasse quando questa nota fu apposta; è verisimile che essa dia conto di una situazione anteriore al restauro che ha interessato il codice modificandone l’assetto. Nella prima parte del codice (ff. 1–51V) si osservano solo due segnature, collocate nel margine inferiore interno del primo recto dei rispettivi fascicoli: δ´ del f. 33, ε´ f. 41 (il primo fascicolo non sembra essere stato incluso nel computo).
Anzahl der Linien
ll. 28/41 (cfr. Kopist)
Liniierung
Spazio scritto 185/200 × 120/135 (misure prese rispettivamente sui ff. 40 e 185), rigatura a secco del solo specchio, secondo il tipo V00A1 Leroy-Sautel.
Kopist
A. f. 1: mano poco accurata cui si devono i brevi testi teologici nel primo foglio del codice, un tempo di guardia. Il testo è vergato in inchiostro brunito chiaro; su 26 ll., in parte disposto su due colonne.
B. ff. 2–11V, l. 32, 48RV: mano angolosa, di modulo ridotto e dall’aspetto slanciato, ricca di elementi Fettaugen, in inchiostro bruno; impaginazione su 38-42 ll. Un buon termine di confronto, per la cronologia di questi fogli, si può trovare nel Vat. gr. 64, 1269/70, cfr. Turyn, Cod. Vaticani, Tab. 21 (f. 231r).
C. ff. 11V, l. 33–32V, l. 22, 39V–43, l. 1, 43, l. 10–47V, 49-50: mano corsiva (con qualche variazione significativa nel ductus nei ff. 14V–15V, 23–24V) in inchiostro nero, di piccolo modulo, ma con una impaginazione più ariosa di quella impiegata da B, con uno spazio interlineare più ampio e un’impaginazione su 28-35 ll. L’aspetto di questa mano si può comparare alla grafia di Giorgio Timiostaurita, riprodotta da Turyn, Cod. Vaticani, Tab. 14 (dal Vat. gr. 10, a. 1253, f. 149r).
D. ff. 32V, l. 23–39, 43, ll. 2–9, 50V–51V: mano molto simile – molto probabilmente identica – a B, ma di modulo leggermente maggiore. Inchiostro brunito/nero; impaginazione su 31-35 ll.
E. ff. 53–64V: mano alquanto simile a B – e D –, dall’aspetto un po’ rigido e geometrico. Si tratta molto probabilmente della mano guida, cui spetta l’orchestrazione dell’impresa di trascrizione del commento di Simplicio. Inchiostro bruno-nerastro, dall’impaginazione compatta su 32-34 ll.
F. ff. 65–257: mano più calligrafica e posata delle precedente, caratterizzata da tratti cancellereschi e da numerose inclusioni; si osservino la particolare forma di beta, il theta maiuscolo, spesso con tratto mediano punteggiato, i prolungamenti ornamentali e gli svolazzi in fine di rigo. Mioni non distingue questa mano da E, ma le differenze nel tratteggio sono troppo numerose per essere attribuite alla variazione di registro grafico di uno stesso copista. Al centro del margine superiore del f. 65, collocato esattamente a metà del fascicolo numerato β´ (esso ne forma il bifoglio centrale insieme al f. 64), si osserva una crucola, volta forse a indicare il passaggio di mano. La mano E prosegue l’impaginazione su 32–34 ll. sino al f. 170V, e quindi, a cominciare dal f. 171, dove la scrittura si fa più stretta, fra le 35 e le 41 ll. per foglio.
Titoli, lemmi e capilettera in inchiostro rosso nei ff. 53-123. La decorazione è ridotta a pochi elementi floreali o a essenziali cornicette geometriche collocate in prossimità dei titoli.
Ergänzungen zum Textbestand
Nella sezione contenente Simplicio si osservano numerosissime annotazioni marginali, notabilia e segni di lettura di 〈Bessarione〉, che per correggere il testo si servì della traduzione di Guglielmo di Moerbeke (per tutti i dettagli si rimanda al saggio di Brockmann-Lorusso, Zu Bessarions de Caelo-Manuskripten, p. 96 e 111, con precedente bibliografia).
Einband
Legatura marciana (sec. XVIII) in cuoio marrone con nei piatti impresso il leone di S. Marco.
Erhaltungszustand
La carta è in più punti tarlata e offuscata dall’umidità, senza tuttavia alcun danno per il testo. Il codice è stato recentemente restaurato presso l’Abbazia di Praglia (PD; un’etichetta non datata è collocata nel contropiatto posteriore) e alcuni fogli sono stati consolidati con frammenti di carta moderna.
Geschichte
Datierung
Sec. XIII med. (3/4)
Provenienz
Il codice pervenne in Marciana col munus bessarioneo del 1468 (nr. 382). Sebbene manchino collocazione e note di possesso, la presenza di numerose note del Bessarione nella sezione che trasmette Simplicio permette di affermare che il manoscritto servì probabilmente al cardinale per annotare il Marc. gr. 212 (Brockmann-Lorusso, Zu Bessarions de Caelo-Manuskripten, p. 111). Nel f. 52V, privo si scrittura, si legge una nota in latino di 〈Bessarione〉: „Simplicii expositio in libros de coelo aristotelis“.
Bibliographie
Kat.
- Mioni, Thes. Ant., II, p. 299-300.
Kod.
- E. Mioni, Bessarione Scriba e alcuni suoi collaboratori, Miscellanea marciana di studi bessarionei, Padova 1976, p. 268–318: 288.
- E. Mioni, Vita del Cardinale Bessarione, Miscellanea Marciana 6, 1991, p. 13–219: 141, 142.
Text.
- Heiberg, CAG VII, 1894, p. VII (siglum E; „ex eodem exemplari, quod D [= Coislin 166], ut demonstrantur lacunae plurimae communes, ab indocto librario descriptus; ordo foliorum archetypi turbatus erat, quem tacite restitui; multis locis lemmata Aristotelea falso interposita, quod plerumque non commemoravi. [...] totum codicem correxit Bessario (E2) adhibita interpretatione latina Guilelmi de Moerbeka“).
- C. Brockmann, V. Lorusso, Zu Bessarions philologisch-hermeneutischer Arbeit in seinen De caelo-Manuskripten, Handschriften- und Textforschung heute. Zur Überlieferung der griechischen Literatur. Festschrift für Dieter Harlfinger aus Anlass seines 70. Geburtstages, Serta Graeca, Wiesbaden 2014, p. 85-111: 96, 111.
- N. Zagklas, A Byzantine Grammar Treatise Attributed to Theodoros Prodromos, Graeco-Latina Brunensia 16, 2011, p. 77-86: 80 (nr. 4).
- A. Hillgard, Grammatici Graeci, IV.2, Lipsiae 1894, p. CXIII-CXIV.
Simplicius
Theodorus Prodromus
Georgius Choeroboscus
Weitere Sekundärliteratur
- C. Macé, C. Steel, P. d’Hoine, Bessarion lecteur du Commentaire de Proclus sur le Parménide, avec une édition des scholies aux livres II et III, Byzantion 79, 2009, p. 241-279: 249.
Quelle
- Ciro Giacomelli, autopsia, novembre 2017